Il 20 novembre è celebrata in tutto il mondo la Giornata Internazionale
dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza che noi amiamo chiamare:
GUI
Giornata Universale dell'Infanzia
perchè i Bambini rappresentano un elemento cruciale per lo sviluppo
di una società, e garantire il loro benessere, sia attuale che futuro, è
di importanza vitale a livello globale ed Universale.
Il 20 novembre si commemora l'approvazione e l'adozione, nel 1989,
della Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza
da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Convenzione
è il trattato sui diritti umani maggiormente ratificato al mondo, ad
oggi ben 194 Stati su 196 paesi del mondo l'hanno ratificata, e
l'ultimo Stato a farlo è stato la Somalia, nel 2015.
Il CONADI, da sempre, considera le celebrazioni della Giornata
Internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza un
momento fondamentale per tutti i Bambini del Mondo.
Sostiene e promuove numerose iniziative coinvolgendo Istituzioni,
Pubbliche Amministrazioni e Scuole di ogni ordine e grado.
CONADI fornisce gratuitamente anche numerosi supporti e materiali
utili alla celebrazione ed alla sensibilizzazione, alcuni dei quali
sono disponibili anche in questa pagina.
La Convenzione rappresenta una pietra miliare nella percezione
dell'infanzia e dell'adolescenza, poiché universalmente riconosce ai
Bambini diritti giuridici fondamentali, tra cui il diritto al nome,
alla salute, a una nutrizione adeguata, all'educazione e al diritto
alla sopravvivenza. Dal 1989 ad oggi, sono stati aggiunti ulteriori
diritti, come il diritto alla privacy e alla libertà di espressione.
Tuttavia, nonostante l'ampio consenso e le buone intenzioni
sull'importanza dei diritti dei giovani, purtroppo, molti Bambini e
adolescenti, continuano a subire negazioni di assistenza sanitaria,
nutrizione, istruzione e protezione adeguati.
Anche nel nostro Paese, si verificano casi di violenze, abusi,
discriminazioni, emarginazione o situazioni di grave negligenza.
È importante sottolineare che, incredibilmente, gli Stati Uniti
d'America non hanno ancora ratificato la
CRC
(Convention on the ntion on the ntion on the ntion on the Rights of the Child).
Tuttavia, in modo paradossale, hanno ratificato due dei tre
protocolli facoltativi allegati alla Convenzione, che trattano
dei reati sessuali e del divieto dell'impiego dei minori nei
conflitti armati.
Gli Stati Uniti d'America spesso evitano pressioni esterne sulla
propria legislazione e sono riluttanti a sottoscrivere e ratificare
accordi internazionali che potrebbero vincolare i propri interessi
economici e sociali.
In aggiunta, è importante notare che, al di là delle critiche per
alcune decisioni discutibili, talvolta contestate anche dalla
magistratura statunitense, le leggi in vigore negli Stati Uniti
spesso non sono completamente allineate con quanto stabilito dalla
Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia.
Un esempio recente è l'implementazione, in alcune scuole del Texas,
di punizioni corporali per gli studenti considerati indisciplinati,
sebbene queste siano subordinate a un previo consenso dei genitori.
Tale pratica rappresenta una chiara violazione dell'articolo 37
della Convenzione.
È pertanto comprensibile che i difensori dei diritti umani in tutto
il mondo esitino a ratificare la Convenzione sui diritti
dell'infanzia, ma è altrettanto importante notare che questa
questione raramente viene discussa sia dalle Nazioni Unite che dalle
principali organizzazioni internazionali dedite alla tutela dei
diritti dei minori, e sopratutto dai media che a nostro avviso
dovrebbero fare maggior pressione mediatica sull'anomalia spingendo
il Governo USA alla ratifica .
Noi del l CONADI riteniamo che questa mancanza sia scomoda e
intollerabile, specialmente alla luce degli eventi che coinvolgono
migliaia di bambini provenienti dai paesi centro e sudamericani. La
separazione di migliaia di bambini dai propri genitori solo perché
cercavano un futuro migliore in un paese straniero è
ingiustificabile e inaccettabile.
La Convenzione stabilisce chiaramente che "gli Stati parte
vigilano affinché il fanciullo non sia separato dai suoi genitori
contro la loro volontà, a meno che le autorità competenti non
decidano, sotto riserva di revisione giudiziaria e conformemente
alle leggi di procedura applicabili, che questa separazione è
necessaria nell'interesse preminente del fanciullo."
Concludiamo citando
Ludwig Josef Johann Wittgenstein,
uno dei più grandi filosofi del XX secolo:
torna alla
pagina
precedente
la pagina
la pagina su
Facebook
la pagina su
Twitter
la pagina su
Whatsapp
la pagina con
un SMS
pagina
questa pagina
via Email
la pagina